Spaceport italiano in Puglia, voleremo a New York in meno di un’ora?

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Credits to Virgin Galactic

È di pochi giorni fa la notizia che già forse nel 2020 chi vorrà provare l’ebbrezza della gravità zero in un volo suborbitale, lo potrà fare spostandosi solamente in Puglia, nella zona di Taranto-Grottaglie, per l’esattezza all’aeroporto ‘Marcello Arlotta’, senza bisogno di migrare temporaneamente in terra a stelle e striscie.

La Altec, azienda partecipata da Asi e Thales Alenia Spazio, ha stretto un accordo con la Virgin Galactic di Richard Branson per realizzare uno spazioporto sulla nostra penisola, da cui decolleranno i voli suborbitali del magnate britannico. L’ENAC, Ente Nazionale dell’Aviazione Civile, ha completato l’iter di certificazione del sito, iniziato quasi due anni fa con l’analisi del territorio e dell’area che più si prestava ad una iniziativa di questo tipo.

Si tratterà, dunque, di modificare le strutture già esistenti all’interno dell’aeroporto e, verosimilmente, di aggiungere hangar, spazi per le nuove attività tecniche e scientifiche e servizi annessi per i futuri voli suborbitali. Questi interventi avranno tempi piuttosto contenuti rispetto a quanto compiuto con lo Spaceport America; “attendiamo che la compagnia di Branson inizi a essere operativa – spiega Vincenzo Giorgio, amministratore delegato di Altec – forse già entro la fine del 2018. A quel punto, il nostro spazioporto potrebbe entrare in attività già dal 2020”.

Virgin sta ancora testando il suo velivolo spaziale. Una nave madre, la Space Knight Two, decollerà orizzontalmente da una normalissima pista aeroportuale fino a raggiungere un’altezza di circa 15 chilometri. A quel punto dalla sua pancia si staccherà la Spaceship Two, il piccolo razzo che può ospitare fino a sei passeggeri più due di equipaggio, per raggiungere lo spazio, oltre quota 100 chilometri. Il costo del ‘biglietto’, 250.000 dollari (intorno ai 210.000 euro), è veramente alla portata di pochi eletti ora, ma le sensazioni che un volo di questo tipo può regalare sono incredibili: si potrà galleggiare e volare nella cabina durante i sei minuti di microgravità ed ammirare il nostro pianeta verosimilmente a come la vedono gli astronauti sulla ISS, in un’esperienza che durerà in totale un’ora e 40 minuti. Spaceship Two poi rientrerà, planando senza motore, come un aliante, per atterrare da dove era decollata.

Richard Branson non pagherà un affitto per l’uso dello spazioporto. L’obiettivo è un altro: “Stiamo valutando diversi modelli di business – sottolinea Giorgio – uno dei quali prevede una società mista di cui faranno parte aziende e istituzioni italiane, come Asi e Altec per esempio, partecipata anche da Virgin Galactic. Una specie di transizione per acquisire il velivolo che decolla dall’Italia e far sì che diventi una realtà più europea e italiana. E magari abbassare un po’ i prezzi”.

Per quanto riguarda la legislazione, manca solo la copertura ‘legale’. L’Italia, infatti, non possiede una regolamentazione dello spazio aereo oltre la quota ordinaria dei voli di linea. Le traiettorie suborbitali sono quindi fuori legge. Enac sta lavorando assieme alla FAA (Federal Aviation Administration) americana per mettere a punto normative ispirate a quelle statunitensi.

La nuova infrastruttura potrebbe essere la via di accesso allo spazio anche per altri tipi di attività, al di là del turismo, come il lancio di piccoli satelliti, addestramento degli astronauti o i test per nuove tecnologie e, chissà, magari qualcosa di più ambizioso. Noi, già nel lontano 2002, con l’iniziativa Space Adventures, avevamo paventato l’opportunità futura di utilizzare il volo suborbitale come mezzo per volare da Londra a New York in meno di tre ore. Un ventennnio dopo, Elon Musk con la sua SpaceX potrebbe rendere fattibile quello che è sempre rimasto sulla carta e, addirittura, impiegarci decisamente meno di un’ora. D’altronde, Taranto è una località sul mare Adriatico e, se non sarà fattibile il decollo orizzontale, ci si potrà sempre traghettare su una piattaforma distante poche miglia dalla terraferma per un decollo verticale e magari già nel 2022 qualche imprenditore italiano facoltoso sarà in grado di volare da Taranto a New York o Singapore o qualsiasi località del globo terrestre in meno di sessanta minuti!

 

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Credits to: Virgin Galactic, Repubblica.it

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